I tumori benigni della colecisti vengono definiti dal punto di vista anatomo-patologico come lesioni polipoidi, cioè formazioni che si accrescono all’interno del lume dell’organo.
Microscopicamente sono il più delle volte adenomi, più raramente leiomiomi o lipomi. Assumono importante rilevanza clinica essendosi dimostrata la sequenza evolutiva adenoma – carcinoma.
Accanto a queste lesioni propriamente tumorali si descrivono le forme pseudo tumorali, molto più frequenti delle prime: i polipi di colesterolo (60% dei casi) e l’adenomiomatosi.
I polipi di colesterolo sono riconducibili all’accumulo di colesterolo all’interno di particolari cellule spazzino, i macrofagi, da cui l’accrescimento graduale della parete.
L’adenomiomatosi è una condizione di causa sconosciuta caratterizzata dall’iperplasia dei tessuti della parete colecistica, con conseguente estroflessione della mucosa all’interno del lume. Può essere diffusa (adenomiomi multipli) o localizzata (adenomioma singolo, solitamente sul fondo).
Sia le forme tumorali che quelle pseudo-tumorali sono nella maggior parte dei casi lesioni asintomatiche di riscontro occasionale; i sintomi, quando presenti, sono del tutto simili a quelli di una colica biliare, riconducibili all’ostruzione del deflusso biliare tramite il dotto cistico. Le lesioni polipoidi della colecisti sono diventate negli ultimi anni di più frequente riscontro grazie alla diagnostica ecografica: sono descritte come lesioni che si proiettano nel lume della colecisti, senza dare “cono d’ombra” acustico posteriore e non mobili. La distinzione fra lesioni benigne e maligne rimane comunque difficile (ecografia 45-90%, TC 60%).
Le neoformazioni riscontrate all’ecografia di dimensioni maggiori di 1 cm devono essere trattate chirurgicamente mediante l’asportazione dell’intera colecisti (colecistectomia). Lo stesso dicasi per le neoformazioni di più piccole dimensioni (< 1cm) se sintomatiche, e quelle in cui controlli ecografici seriati abbiano mostrato tendenza all’accrescimento.
Negli altri casi è indicato il controllo stretto delle dimensioni del polipo mediante controlli ecografici periodici (dai tre ai sei mesi).